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Documentazione digitale LAD

La documentazione digitale. Un contributo all'innovazione della metodologia archeologica



L'attendibilità di ogni ricostruzione storica fondata su dati provenienti dal terreno non si fonda su una astratta conoscenza archeologica, ma sull'interpretazione delle tracce stratigrafiche lette sul terreno dagli archeologi, documentate e infine distrutte, per indagare le tracce sottostanti.
Una corretta applicazione di tecnologie innovative alla ricerca archeologica non può pertanto ignorare la necessità di creare un rapporto profondo con le metodologie di indagine tradizionali, costruendo un workflow completo che comprenda i vari step della ricerca.
E' certamente vero che le tecnologie non possono sostituire la corretta metodologia, ma forse è giunto il momento di chiedersi se la metodologia non possa essere modificata, accogliendo le novità che le tecnologie offrono ed evitando di rifugiarci in una sorta di “classicismo metodologico”.
Oggi infatti le tecnologie possono aiutarci ad ottenere più informazione dalla nostra documentazione, ad essere più trasparenti nella nostra ricostruzione e più efficaci nella comunicazione dei nostri risultati.

Il LAD è stato impegnato negli anni 2006-2009 nella realizzazione del progetto Itinera (www.itinera.puglia.it), che ha avuto fra i suoi obiettivi quello di proporre forme di interazione fra nuove tecnologie e ricerca archeologica.
Il lavoro si è concentrato sulla gestione dell'intero processo di ricerca di uno scavo archeologico, dalla raccolta analitica della documentazione alla comunicazione dei risultati.
Abbiamo cercato di ragionare su un possibile percorso che unisse metodologie innovative di acquisizione dei dati, di trattamento degli stessi, e di forme di comunicazione innovative, cercando in definitiva di tracciare con strumenti nuovi quello che dovrebbe essere il percorso tradizionale della ricerca: “dallo scavo all'edizione”.

Il progetto ha previsto interventi in diversi principali ambiti di ricerca e applicazione:

Il database

Per la gestione della documentazione schedografica d'archivio è stato disegnato e implementato, grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Elettrotecnica ed Elettronica del Politecnico di Bari, un database.
Basato su tecnologie web e sviluppato su una piattaforma open source IREMAS (Itinera Repository Management System) permette il facile accesso alla documentazione.
La tecnologia web based permette l'aggiornamento della base dati direttamente dal cantiere di scavo.



Una schermata di IREMAS

La documentazione grafica d'archivio

La maggior parte della conoscenza archeologica si basa su scavi già conclusi, e la natura distruttiva dello scavo impedisce di riaccedere ai dati originali.
E' quindi di fondamentale importanza poter lavorare sugli archetipi, ovvero su quanto di più vicino c’è all’originale, ovvero la documentazione. Il metodo di indagine stratigrafico, ormai affermatosi come unico metodo scientifico di scavo, è caratterizzato infatti da una rigorosa metodologia di intervento che prevede la redazione di documentazione, la cui importanza è facilmente comprensibile data la natura distruttiva dell'operazione di scavo.
Le attività svolte dal Laboratorio hanno previsto la digitalizzazione dell'intero patrimonio di documentazione.

I disegni realizzati nelle campagne di scavo sono stati digitalizzati; la trasformazione in oggetti tridimensionali dei normali output grafici di uno scavo (piante, overlays, prospetti, ecc.) ha consentito di creare un ambiente di gestione tridimensionale in cui fossero presenti tutti i dati di archivio. Sono state anche elaborate delle buone pratiche che possano essere utili in futuro per realizzare una documentazione 3D compliant anche in assenza di strumenti di rilievo tridimensionale.


Sequenza stratigrafica tridimensionale

Le diverse fasi della digitalizzazione

Percorsi di documentazione digitali sul campo

La consapevolezza dell’incompatibilità rappresentativa tra contenuto multidimensionale e contenitore bidimensionale, spesso passivo e poco critico, è all’origine di una diversa esigenza rivolta all’uso di nuove tecnologie di rilievo sul campo, per un modello di documentazione in grado di tradursi in più immediati set di documentazione grafica tridimensionale.
Accanto all'attività di digitalizzazione degli archivi è stato possibile sperimentare soluzioni per la documentazione grafica digitale direttamente in 3D, nel corso delle ultime campagne di scavo sul sito di Faragola. La sperimentazione di percorsi di documentazione digital born ha portato a testare l’uso del laser scanner 3D durante lo scavo archeologico.
In futuro saranno sperimentate anche tecnologie più “povere”, mantenendo indiscussa l’esigenza di realizzare processi di documentazione tridimensionale dei dati di scavo.

Un modello digitale complessivo

Mesh originate dalla digitalizzazione degli overlay d'archivio e provenienti dalle nuvole di punti rilevate sul campo sono state implementate insieme in un'unica piattaforma GIS. Il modello tridimensionale della stratigrafia così realizzato ha permesso la fusione di dati di origine diversa in un unico contenitore.

Le "piante" di fase 3D

La maggior parte dei siti archeologici non restituiscono, né tanto meno conservano, tracce sufficienti a ricostruire in modo realistico il sito stesso nelle sue diverse fasi di vita. Il vero valore di un sito archeologico è più nascosto, ed è da ricercare in quelle tracce, meticolosamente raccolte sul campo, che rivelano una complessa sovrapposizione di fasi di vita e di abbandono. Sarebbe un errore imperdonabile selezionare l’interesse di un sito da analizzare -e ricostruire- solo in virtù dell’importanza dei suoi resti, ripristinando su basi digitali quella sorta di ‘ossessione’ della metà del secolo scorso verso singoli e predeterminati periodi storici: non è certo la monumentalità dei ruderi a rendere importante un sito.

La Time Machine

Raramente un sito archeologico è ascrivibile ad una sola fase di vita, e il suo stato di conservazione non è necessariamente il momento più significativo della sua storia. Ogni sito ha vissuto lunghe fasi di vita, accumulando e sovrapponendo tanti capitoli di una storia, la cui ricostruzione merita di essere raccontata.
E solo le tecnologie di visualizzazione possono svolgere un ruolo importantissimo nel rendere questa dimensione immaginaria, impossibile da cogliere nella realtà, neanche visitando di persona un sito archeologico.
La Time machine è un'applicazione interattiva che permette di visitare il sito di Faragola nelle sue fasi di vita principali, ma anche di muoversi nelle "piante" di fase tridimensionali, modellate a partire dalla documentazione 3D.

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Il corso di e-learning

I procedimenti di rilievo testati nel laboratorio costituiscono l'argomento di un corso di e-learning, finalizzato alla realizzazione di documentazione grafica tridimensionale.

Corso di e-learning

"Digitalizzare la pesantezza"

Nel giugno 2008 si è tenuto a Foggia, presso il Dipartimento di Scienze Umane, il Workshop “Digitalizzare la pesantezza”, occasione di confronto e aggiornamento fra i ricercatori italiani esperti in differenti settori dell’informatica applicata all’archeologia. Da quella esperienza sono emersi numerosi spunti di riflessione che investono in modo particolare il rapporto tra stratigrafia e informatica: dal 3D alla gestione del dato spaziale, dalla documentazione digitale all’integrazione semantica.
Gli atti del workshop sono stati pubblicati nel 2009 nel volume "L'informatica e il metodo della stratigrafia.

Pagina dell'editore


Progetto a cura di
Giuliano De Felice, Lorenzo Baldassarro, Giusy Sibilano, Nancy Mangialardi, Andrea Fratta, Anna Introna, Alessandra Moro, Fabio Gagliardi, Donato Vero, Anna Dattolo, Marida Pierno

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