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La basilica

RICOSTRUZIONI TRIDIMENSIONALI E ANALISI ARCHEOLOGICA DEI MONUMENTI: IL CASO DELLA BASILICA DI HERDONIA

Dott. Antonello Arciuli

La realizzazione di ricostruzioni tridimensionali e di applicazioni di realtà virtuale, diretta conseguenza di un uso sempre crescente del calcolatore in archeologia, prestandosi a svariate forme di applicazione, soddisfa contemporaneamente esigenze differenti. Grazie all’indubbia spettacolarità che le caratterizza, in primo luogo sono in grado di avvicinare all’archeologia un pubblico profano svolgendo un ruolo decisivo nel campo della divulgazione e della sensibilizzazione.
Nuovi e più interessanti orizzonti si intravedono anche in relazione all’aspetto scientifico: il modo di fare archeologia ormai comunemente definito Virtual Archaeology è la risposta a questa nuova esigenza di non utilizzare il virtuale esclusivamente come “fine”, ma di riprodurre al calcolatore una completa simulazione del ragionamento archeologico nell’ambito appunto di un vero e proprio “laboratorio virtuale”.

PROCEDIMENTO RICOSTRUTTIVO DELLA BASILICA DI HERDONIA
Il “case study” proposto è da intendersi come banco di prova metodologico; un’interpretazione di dati archeologici nonché un tentativo di applicazione degli stessi con la finalità di ricostruire tridimensionalmente la basilica civile di Herdonia nel periodo tardo repubblicano e imperiale. Il termine tentativo non è casuale dal momento che si è perfettamente coscienti delle difficoltà e del fatto che ogni ricostruzione è una scelta, il più possibile motivata e sostanziata, ma pur sempre arbitraria.
La basilica di Herdonia, per quel che riguarda l’aspetto globale dell’edificio rientra pienamente nel tipo architettonico; l’edificio appare monumentale, si sviluppa sul versante Nord-Ovest del foro, di fatto occupando tutto un lato corto.
Prima di intraprendere il processo ricostruttivo è stata effettuata una serie di confronti tipologici con basiliche geograficamente e cronologicamente affini (Carsulae, Lucus Feroniae, Saepinum, Pompei, Ardea, Cosa) esaminando all’occorrenza fonti letterarie, come il De Architectura di Vitruvio, per alcune problematiche riguardo l’analisi costruttiva, in particolare per le strutture portanti, gli interni e le rifiniture.

REALIZZAZIONE DEL MODELLO
Non è facile proporre una ricostruzione del monumento esente da dubbi. Questo dipende, sia dallo stato di conservazione dell’edificio, sia talvolta dal livello di conoscenza che abbiamo di alcune problematiche.
Ciò che però deve essere sempre considerato è il ruolo stesso di una ricostruzione. Essa va intesa come ausilio, come ulteriore strumento di verifica di ipotesi che, in quanto tali, possono essere condivise ma non hanno valore assoluto.
Arrivare a conoscere l’esatto aspetto della basilica di Herdonia non è ovviamente possibile; è però possibile avvicinarsi ad un’immagine del monumento così come doveva apparire ad un cittadino di Herdonia, nel suo complesso per imponenza, spazi, probabili giochi di luce e di colori, tutti aspetti che la fruizione attuale, specialmente per un non addetto ai lavori, non può restituire.

Criteri di acquisizione dei dati e metodologia adottata: Il primo passo che si è effettuato è stato quello di reperire tutte le informazioni pubblicate sulla basilica; in seguito per aspetti quali quello dell’acquisizione delle piante e delle fotografie non presenti sulle pubblicazioni si è proceduto ad una digitalizzazione e acquisizione del materiale presente nell’Archivio “Mertens” degli scavi di Herdonia conservato presso il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Foggia. All’occorrenza si è reso necessario l’uso del software di fotoritocco (Adobe Photoshop 7.0 e CS) per correggere luminosità, contrasto ed eventuali distorsioni di materiale fotografico in gran parte risalente agli anni ’60 e ’70.Per alcuni rilievi costituiti da fogli separati si è proceduto alla creazione di un fotomosaico che potesse permettere una visione di insieme. Questo è avvenuto in particolare per i muri Nord ed Ovest. Per questi due muri (che sono meglio conservati) si è proceduto ad un rilievo preliminare digitale con l’indicazione delle varie parti costitutive in diversi layers. Questa procedura è servita ad avere un quadro generale delle possibilità offerte dai soli dati pubblicati ed archiviati, e per orientare le ricerche successive. A questo punto è necessaria una precisazione circa il livello di dettaglio e di accuratezza utilizzati nel riprodurre le singole parti della basilica. Le misure acquisite dalle pubblicazioni e dall’archivio arrivano ad indicare i centimetri per i muri ed i millimetri per elementi architettonici quali basi, colonne e pilastri murali.Questo dato ha suggerito di effettuare una rimisurazione sul campo tramite stazione totale, solo della pianta della basilica e della posizione delle colonne, comprese quelle del porticato. Il margine di errore per le altre misurazioni è trascurabile rimanendo nel campo dei centimetri per i muri e dei millimetri per gli elementi architettonici. Ad ogni modo in qualsiasi momento sarà possibile correggere le misurazioni delle singole parti per modifiche o integrazioni, a seconda delle esigenze e del livello di dettaglio desiderato.La fase di rilievo ha comportato la misurazione di circa 300 punti notevoli della basilica verificabili sul campo; i risultati si sono poi riversati in ambiente CAD e si è proceduto alla restituzione della pianta con attenzione al confronto delle misurazioni dei vari punti.
Per la successiva fase di modellazione si è deciso di partire dalle singole parti degli elementi architettonici certi e riscontrabili sul campo, come le colonne, le soglie e le basi dei pilastri murali. Nel caso delle colonne del portico, per prima cosa se ne sono disegnati i profili. Una volta creato il profilo, scalato sulle misure reali e riportato su un layer dedicato, si è passati alla sua rivoluzione intorno all’asse y relativa del disegno, per avere un modello 3d solido, cui in seguito poter applicare il fusto ed i materiali. Questo procedimento è stato applicato per tutti gli elementi delle colonne del portico e per la base delle colonne della navata centrale.Del tutto differente è stato, invece, il processo di modellazione dei capitelli della navata centrale; dal momento che non era possibile attuare una semplice rivoluzione sull’asse del profilo, si è dovuto procedere al disegno manuale delle singole parti costitutive.Per quanto riguarda il livello di accuratezza si è deciso di procedere al disegno degli elementi decorativi principali, poiché nel modello finale la collocazione dei capitelli non permette una visione completa dei particolari più piccoli.

La modellazione della porta, alloggiata nella soglia, ha seguito la seguente procedura: si è inizialmente restituita la soglia in tre dimensioni, con misurazioni tratte dai rilievi originali di scavo relativi alla soglia 8, in seguito è stata creata ed inserita prima la porta, poi la cornice. Per la realizzazione delle basi dei pilastri murali, si è acquisito il rilievo del profilo che poi è stato estruso nel senso della lunghezza; gli angoli sono stati disegnati in un secondo momento. Terminata la modellazione delle basi si è poi passati alla fase di realizzazione dell’alzato dei pilastri; l’estrusione è stata effettuata in base all’altezza ipotizzata delle colonne della navata centrale (m 7), applicando le scanalature ed una decorazione analoga per le estremità superiori. A questo punto, terminata la modellazione degli elementi architettonici si è passati al loro assemblaggio sulla pianta ottenuta con le operazioni di rilievo; in questa fase del lavoro si è deciso di importare tutti i file in 3d Studio.
Alcuni di essi hanno subito delle lievi modifiche necessarie in seguito al processo di importazione.

Si è passati alla realizzazione del primo livello delle opere murarie, estrudendole per un’altezza analoga a quella delle lesene e delle colonne; si sono poi inserite soglie, porte e basamenti, come nel caso della sala annessa. In seguito si sono ricavati nei muri gli alloggiamenti per le finestre. Nella zona del porticato si sono applicate le trabeazioni e gli elementi di carpenteria.
Per quanto riguarda le ipotesi di ricostruzione dell’elevato, dal momento che non rimane nessuna evidenza archeologica che indichi una soluzione precisa, si è deciso inizialmente di visualizzare varie possibilità, valutandone pro e contro. Dopo avere analizzato le varie possibilità è stata scelta l’ultima ipotesi di alzato proposta. La ricostruzione del portico esterno crea tuttora una serie di problemi: il passo diverso degli intercolunni nel lato Est, in relazione a quello Sud può indicare l’appartenenza ad un altro programma edilizio, forse l’acquedotto che alimentava la fontana e che portava l’acqua alle terme. Questa soluzione potrebbe risolvere il problema, altrimenti inevitabile nella ricostruzione presentata, della doppia copertura addossata del porticato e delle botteghe lungo la Via Traiana. Questo lato della basilica è certamente quello che presenta maggiori problemi interpretativi, accresciuti dallo scavo solo parziale dell’area. Solo un’ulteriore e più approfondita indagine, infatti, potrebbe chiarire o eliminare le molte domande cui oggi non è possibile rispondere. Ad ogni modo si è deciso di presentare entrambe le ipotesi, per lo stato attuale delle conoscenze, ugualmente ammissibili.



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